preghiera: il sospiro dell'uomo    
 
 
 
 
Preghiera: il sospiro dell’uomo 
Preghiera: appariscente o intima, loquace o silenziosa, pubblica o privata, simile però nel bisogno di rivolgersi a quella parte di Dio che c’è dentro di noi. Non importa se tramite un feticcio impalato e sofferente o un’opulenta creatura mitologica che, coi suoi colori, minaccia o protegge. E’ uno dei più antichi misteri a cui l’uomo sottopone se stesso, credente o indifferente che sia verso quella divinità del luogo dove è nato ed alla quale viene abituato fin da bambino. Lo sciamano della selva dell’Orissa racconta le sue formule ad un credente che spera in un buon raccolto; il curandero del Guatemala legge, nel sangue di un pollo appena sgozzato la sorta del Maya Quichè che assiste né più né meno come un cubano assiste alla sua santeria e con le stesse speranze che un marabutto raccoglie dai suoi devoti islamici. A Dakshinkali, in un fervore indonepalese, i fedeli affidano alla lama di un Bramino la gola di una capra che, col suo sangue, spruzzerà un altare candido di marmo e rosso di sacrifici. Nella Shwedagon, la dorata pagoda di Yangoon in Birmania,  i buddisti raccolgono un sasso in un gesto sacrale per sentire la gravezza del dono divino. A Guadalupe, in Messico, uomini e donne umiliano se stessi strisciando genuflessi come nelle cristiane Tindari o Fatima. E’ per questo che la preghiera diventa sospiro. 
Ma, quest’uomo che sovente disprezza gli altri per le loro liturgie incomprensibili, talvolta insofferente ed intollerante verso misteri differenti dai suoi e visto, a sua volta, con lo stesso sguardo,  recita una parte comune a tutti: il desiderio di credere al di là del reale e di riporre in questo sovrammondo virtuale le sue angosce, affidando alla magia delle formule, le speranze. Così prega perché la terra lo aiuti a sopravvivere nel momento della siccità, prega perché il suo ventre sia fertile di bambini, perché il male si allontani dalla sua dimora e, se tutto ciò non è: inch’Allah, sia fatta la volontà di Dio, Pachacaman dei nostri orfani non ti scordare. E così sia. 
 
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