reportage B/N, donne

E' un interrogativo che tutte le culture si sono poste e, ciascuno a modo suo, nel lasciare insoluto il quesito, ha dato una momentanea risposta.. Certo è che questa creatura, che la tradizione vuole derivata dall’uomo, ha in sé caratteristiche così peculiari da non consentirne un facile riconoscimento. Se l’uomo ha un gruppo e, attraverso di esso ne distinguiamo l’origine, la sua attualità e, spesso, il suo proseguire, per la donna questo è molto più difficile. Tante sono le anime che alloggiano dentro la sua intimità, a volte in conflitto tra loro, a volte una di supporto all’altra.. Così, essere enigmatico, è capace di slanci generosi come di crudeltà insospettate, di delicati e teneri abbandoni e di opportuni, quanto vantaggiosi compromessi. Mete irraggiungibili e metà gloriose del cammino dell’uomo.

Forse è questo loro essere estreme che le rende così affascinanti. Migliori o peggiori degli uomini, quindi amarle o conoscerle, non c’è via di mezzo. O forse è solo gelosia per quella occasione negata a noi uomini: riprodursi. Noi costruiamo archi di trionfo sotto i quali sono passati e continuano a passare cadaveri. Scriviamo una storia, una storia minuscola, col sangue ed è per questo che siamo ricordati. Una strage, una guerra, un intrigo politico, lascia la traccia del nostro passaggio. Avvolti nel fumo della retorica ci conserviamo per quanto più triste abbiamo scritto ed il desiderio continua. Le donne No. Silenziose ed amorevoli, lontane dal clamore delle battaglie, sopra tutti i moralismi che governano le nostre società ipocrite ed irrequiete loro, la Storia, la fanno ascoltando i vagiti di un bambino e portandolo al seno. Donne, con le loro creature appollaiate sul fianco o avvolti in un ruvido mantello, ricche, nude o coperte di stracci; creature invisibili eppure così presenti fino ad esser ingombranti nel cuore di donne di cui non importa più l’origine: madri, sorelle, magnifiche dame, serve, padrone, amiche o puttane.