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l'orologio 
Un orologio che segnava il tempo un giorno si fermò. Le lancette, inchiodate ad una cert’ora, non si mossero più.  Una fanciulla che teneva custodito come il cuore quell’oggetto,  pensò che il tempo fosse fermo perché lo era lei,  ma sarebbe ritornato a trascorrere non appena si fosse decisa a muoversi. 
Era così sicura in questa sua convinzione che si attardò ancora di più in quel sogno perché, pensava, così facendo tutte le emozioni del mondo sarebbero scemate sicchè, al riprendere del tempo, gli uomini della terra avrebbero vissuto senza che il ricordo di ciò che avevano fatto creasse loro rimorsi.  
Così, in quel tempo fermo, la fanciulla era felice perché diceva: Sto facendo bene e quando io vorrò che tutto sia finito, torneremo insieme a ridere ed io racconterò quanto sia stato bello per me ciò che gli altri non hanno visto.  
Ma la fanciulla, ferma senza tempo, si stancò di quel gioco, perché si accorse che tutto attorno a lei diventava sempre più evanescente ed anche i profili che avrebbe potuto conservare  per poter poi raccontare  le sue storie, pian piano svanivano. Ma queste non si mossero. Poi come una farfalla con le ali di petali si mise a danzare sopra il silenzio. 
Perché, si disse, forse sono stata ferma troppo tempo per un orologio così piccolo. Ma in quella danza si agitava in maniera scomposta e tuttavia il tempo rimaneva immobile ad una cert’ora, come se volesse ricordarle che quel gioco, di cui era stata entusiasta, aveva rotto qualcosa di misterioso dentro di sé. 
La fanciulla, ormai anche lei senza tempo, sospettò che tutto si stesse trasformando in un incubo, vedendo sciogliersi le cose amate fino ad allora,  ed alle quali voleva parlare della sua felicità. 
Cercò con tanta forza di raccogliere ciò che restava da raccogliere ma le sue mani, anch’esse senza il tempo, si immergevano nei ritratti vuoti della memoria che c’erano intorno a lei.  L’orologio, immobile e silenzioso, aveva cessato di battere perché tutta la sua intelligenza , così minuziosamente creata, dipendeva da una piccola spirale che si attorcigliava su se stessa e dalla quale spillava lo scandire dei sogni., Ma ogni giorno, tutti i giorni,  era la magia delle dita della fanciulla che dava armonia a quel movimento. 
La fanciulla frugò tra i suoi lunghi capelli, sottili come speranze, cercando di slegare i pensieri gelati come le ruote di quell’ orologio, ma non riuscì perché anche dentro di lei era rotta quella piccola spirale che ogni giorno, tutti i giorni, aveva bisogno della magia delle dita  per dare armonia ai suoi movimenti.