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il corvo 
Un giorno una farfalla volava intorno a un albero e vedendolo rigoglioso pensò di scegliersi un angolo per posarsi e respirare. 
Ma tutto era bello e la fatica la stancò. Quando ormai era priva di forze incontrò un ramo, sembrava un braccio, ma era asciutto e fatto di nervi e, per quanto apparisse pieno di vita non aveva più alcun germoglio da dove potessero nascere i fiori. 
La farfalla, silenziosa come una musica d’oriente, scese su di esso, sebbene non fosse poi così invitante. Dal suo orizzonte vedeva  gli altri rami, verdi e con tanti colori, ma la stanchezza non l’aiutava a ripartire. 
Cercò allora nei suoi pensieri ciò che di bello aveva vissuto per stare insieme a note di poesia, perché quel posto era pieno di sospetti e mancava armonia. Così nella sua mente ritornò a quando, bruco, si nascondeva sotto la corteccia e il suo aspetto si
confondeva con la monotonia che c’era intorno e scoprì che in fondo, quello che era così poco gradevole le dava sicurezza. Ma, ormai la sua vita era fatta di profumi e a nulla valse, per farla rimanere, quell’attimo di pace che viveva nel ricordo. 
Volò via, verso i colori e il battito del suo cuore rumoroso destò la gelosia di chi la spiava in silenzio. Fu così che la sua gioia di vivere si spense fra gli occhi neri di un corvo