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il vecchio 
 
 
Un vecchio guardò il mare, calmo e infinito e si chiese cosa fosse. Poi guardò la duna, calma e infinita e si chiese cosa fosse. Ancora  guardò il cielo e anche a lui, calmo e infinito, gli chiese cosa fosse. 
Il vecchio aveva visto tante volte nella sua vita quelle cose, ma non aveva mi avuto il tempo per chiedersi cosa fossero. Il vecchio ripensò a se stesso, tutto vissuto senza mai guardare né il mare, né le dune, né il cielo. Ripensò a tutti gli occhi che aveva visto e scoprì che in fondo assomigliavano a quello che stava guardando in quel momento. Ma lui, non si era mai lasciato il tempo per sentirli. Allora si ritrovò bambino ad ascoltare il rumore del mare, rotolarsi sulla duna, scoprire le stelle del cielo. Quando si accorse di essere un uomo, si ricordò tuffarsi nel mare dentro una casa, dove l’ultima luna si fermò sui suoi occhi. E neanche allora si dette il tempo per scoprire cos’era. 
Ma un giorno, preso dai suoi pensieri, guardò il riflesso della sua donna e le mormorò: Vorrei che fossi nata ieri e che morissi domani; la luce di un sasso che si distrugge nell’aria e che solo io vedrò bruciare. 
L’uomo sollevò il capo e la sabbia comparve nel suo orizzonte. Pensò che tutto ciò che vedeva, così confuso ed immobile, altro non era che un punto di vista. Cercò davanti a sé quello che offriva il controluce e vide delle ombre senza senso né definizione. 
Le rughe cominciavano a pesargli sul viso e sulle mani. Cercò l’ultimo brandello di pelle tesa e anche questa spariva lentamente. 
Il vecchio rimase immobile su quel tempo trascorso e si sentì avvolto dal mare, dalla duna e dal cielo. 
Guardò l’orizzonte frastagliato e si disse: Se non ci fosse la morte vivremmo di speranze eterne. 
Guardò se stesso e si chiese cosa fosse.