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l'uomo 
Un uomo partì per un viaggio. In un momento della sua vita, qualcuno e qualcosa lo portarono via dalla sua realtà. Guardò le sue mani e scelse ciò che lo emozionava di più. Così, senza pensare alle sue cose migliori, decise di volare. 
Volare era bello,per quanto l’uomo non sapesse né quando sarebbe arrivato né dove si sarebbe trovato. 
Ma un giorno il viaggio, come ogni viaggio, finì. 
L’uomo si trovò da solo in una stazione sconosciuta senza tempo, senza luogo e senza ombre. 
L’uomo guardò quel posto fuori dal mondo e vide che un’altra realtà gli imponeva regole nuove, lontano dalle sue abitudini e dai suoi bisogni. 
Così, ripensò alla scelta che aveva fatto e avrebbe voluto parlarne con qualcuno perché, parlandone, si sarebbe raccontato di come qualcosa lo aveva tolto dalla sua  
quiete, offrendogli quell’emozione. 
Ma attorno a lui non c’era anima che lo ascoltasse, cosicché da solo non riusciva a ricordarsi che cosa e come era successo. Aspettò che la luna si accendesse per riuscire a ricordare meglio. 
La luna gli riportò la memoria su ciò che aveva detto e aveva fatto in quell’altra vita. 
L’uomo, colto dalla solitudine e dal rimorso per aver accettato con leggerezza di partire per quella avventura, fece di tutto per non rappresentarsi in quella storia. 
Fu in quel momento che si scoprì sorpreso di sorprendersi che il non volersi rappresentare in una storia non serve a niente. Perché la storia ti aspetta ovunque ed è lì per farti sognare. 
Allora l’uomo si guardò le mani. Le vide brutte, secche, piene di rughe e si disse:  
"Non importa che le tue mani siano belle o brutte: ciò che conta è cosa sanno fare.
Raccolse tutti i gesti che conosceva. A vederli, sembravano carezze