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la principessa 
Un principe che non sapeva di avere un nome perché nessuno lo chiamava mai, un giorno incontrò una fanciulla. Il principe non aveva età e non sorrideva perché non trovava alcun motivo per lasciarsi andare, per quanto non sapesse cosa fosse l’infelicità dal momento che non conosceva il contrario. 
La fanciulla che veniva da tanto tempo fa, disse che il suo nome era Miao-Zhu, perché voleva che lui la chiamasse. 
Il principe pensò che la fanciulla dovesse essere di rango perché la vide accostarsi a sé con delicatezza. Miao-Zhu era dolce, impenetrabile e non parlava quasi mai. Era fine come un giunco, aveva lo sguardo tenero e, sebbene dicesse poche parole, era bello guardarla per ascoltarla. Il principe si accorse che qualsiasi cosa lei dicesse non aveva nessun significato, ma lui l’ascoltava ugualmente perché si emozionava a starle vicino. 
Tutta la sua ricchezza, Miao-Zhu la portava con sé: nei capelli lunghi e fatti di suoni impercettibili, negli occhi che, sebbene neri come il carbone, tale era la trasparenza che sembravano sempre accesi verso la sua  anima.  
La fanciulla non mangiava, così il principe non andava a caccia per lei, ma non risparmiava il tempo per questo anzi, ne viveva tanto che non si accorgeva  di come questo trascorresse. 
Miao-Zhu si scioglieva solo per lui ed era tanta l’armonia che i due pensavano di essere altri e finivano col guardarsi come se non esistessero. 
Ma quando ormai anche i respiri si erano fatti pensieri e loro non c’erano più perché si erano dissolti sopra una nuvola in un mare senza fine, la terra si raffreddò e la polvere di acqua che su di essa si raccolse portò via la luce, i suoni e l’aria. Miao-Zhu, che oramai non si riconosceva più in nessun luogo, come un’isola alla deriva, lentamente riprese la sua ombra per tornare verso tanto tempo fa, senza svegliare il principe perché non voleva fargli male. 
Allora, scorgendo scemare la luna, il principe capì e si spense nel primo sorriso della sua vita . 
Tornò ad essere nessuno, perché non restasse neanche il ricordo di quella fanciulla