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l'efebo 
 
Un giorno, quando le nuvole intorno al cielo dipingevano spazi disegnati nel nulla, un  efebo, curioso di conoscersi, aprì una porta dietro la quale, pensava si nascondessero tutti i desideri e le fantasie che gli erano stati portati via . 
Ma dietro quella porta non c'era nulla di ciò che lui sperava  ed allora la delusione gli strinse il cuore più di quanto lui desiderasse.  
L'efebo rimase per un attimo aspettando se stesso, perchè, si disse, era corso troppo in fretta per vedere ciò che non trovava. 
Ma mentre il suo cuore incompleto non lo lasciava respirare, preso com'era dal bisogno assurdo di scoprire la fine di quella sua scoperta, l'aria che c'era intorno, costretta da incontenibili profumi, in silenzio l'avvicinò prendendolo per mano. 
L'efebo, che adesso aveva smarrito ogni sensibilità, si lasciò cullare da quella misteriosa compagna che,  
dolcemente, lo portava via. Ma i suoni, i sapori, i colori ai quali era abituato da sempre si erano ormai smarriti. Infatti i frutti, che lui conosceva per la loro asprezza selvatica, assaporandoli non erano più così, e anche i fiori non sembravano più tali perchè non odoravano più, bensì ad ogni sottile vibrazione dell'aria emettevano dei suoni. 
L'efebo vedeva che ciò che lui conosceva prima di varcare quella porta adesso non era più come lo ricordava e tutto ciò lo impensieriva. 
L'aria intanto lo penetrava lentamente e, dolce come la sera quando insegue i sogni per raccoglierli nella sua musica, lo acquietava affinchè uscisse dalla tristezza della sua condizione ed amasse quanto intorno a lui non sembrava essere vero. 
Ma l'efebo aveva il cervello irrigidito dalla paura di dover affrontare quelle novità e la sua compagna non capiva quanto tutto ciò gli costasse sofferenza. 
Il dolore che gli procurava questa avventura era infatti così forte che, per quanto volesse viverla, finiva col respingerla, convincendosi che là dove era vissuto, dove l'età si racconta con le rughe, tutto fosse più autentico. 
"Eppure" disse l'aria, " sei tu a non accettarti per ciò che sei dal momento che hai aperto quella porta. Perchè allora non rimani in questoluogo dove maghi, folletti e fate vestiti di speranze sognano di esistere?