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la primavera 
Un prato, un giorno, disse a un prato: Tu  mi porti via  i fiori. Il prato rispose: Non sono io a portarteli via, i fiori vanno con il vento e adesso sono venuti da me.  
Allora il prato disse al fiore: Quando anche tu andrai via, io sarò nudo e non avrò più colore.  
Il fiore rispose: Non è vero che non avrai più colore perchè il tuo rimane comunque e quello io non posso portarlo via.  
Il prato allora  si  stese sotto il fiore perchè il vento lo lasciasse cadere ancora su di lui. Ma il fiore volò via tanto veloce da cadere molto lontano e il prato non lo vide più. Allora il prato si mosse. Scese dalla collina, inseguì la valle, attaversò il fiume, risalì la montagna. Ma non gli riuscì di trovare quel fiore di cui era innamorato.  
Venne l'inverno e il colore che non c'era sparì. Venne la nebbia e si allungarono i cipressi. Ma al prato non riusciva di dormire sotto quel gelo. 
Aspettò che venisse Primavera. Questa arrivò un giorno che lui non conosceva perchè ancora non si era ripreso dal buio. Il prato la guardò posarsi dolcemente su di lui per accarezzarlo. 
Il prato cercò di non fare cattivi pensieri perchè già il fiore era andato via e non voleva che anche questa sparisse, portata via dal vento. Ma intanto che pensava, Primavera lo baciò e a lui non rimase che colorarsi di un nuovo fiore. Era tanto bello e non somigliava a nessuno. Poi, di sera, si adagiava su di lui per farsi tenerezza e cambiava di sapore e di umore al cambiare della luna. Di lune ne vennero tante e si somigliavano tutte. E tutte giravano come una giostra per bambini quando suona il carillon. 
Poi, mano a mano che passava il tempo che non c'era più, il prato si strinse attorno al fiore per diventare piccolo tanto piccolo per fuggire su di un'isola piena di mare. 
Ma, mentre volavano via il vento li staccò. Il prato divenne una zolla pesante e cadde, mentre il fiore non si accorse che il prato su cui so posò aveva un altro colore. 
La zolla cadendo si ruppe e cercò di gridare, ma il fiore era troppo lontano e non lo ascoltò. 
Alla zolla rimase il dolore, al fiore il profumo.