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il cavaliere 
C'era una volta un cavaliere che per tutta la vita era stato dentro un'armatura. Non era mai sceso da cavallo e non aveva mai guardato nessuno se non dall'alto. Un giorno, uscendo da un bosco dentellato di buio vide, lontano davanti a sè, un orizzonte infinito e pensò di toccarlo. 
Spronò il cavallo per raggiungerlo prima che diventasse rosso ma il cavallo, anche lui avvolto da una pesante armatura, lo disarcionò e andò via.  
Il cavaliere cadde e i suoi ferri lo inchiodarono al suolo e non riuscì più nè a muoversi nè ad alzarsi. Fu così che per la prima volta, il cavaliere che non aveva mai sollevato il capo, rigido com'era dentro quel guscio e per questo non era mai riuscito a vedere niente che non fosse sotto i suoi piedi o davanti la sua celata, potè guardare il cielo e si meravigliò che questo fosse tanto vasto e pieno di luci.  
La sorpresa gli dette gioia e pensò di aver perso tanto fino ad allora per cui, per rifarsi del tempo perduto, si mise a contarle. Ma più le contava più gliene apparivano. Belle e con un suono d'argento, alcune più delle altre. Si confuse e ricominciò a contare, sistemandole stavolta per grandezza.. Ma alcune non sapeva come collocarle perchè, sebbene non fossero nè grandi nè piccole, erano solitarie e brillavano di più. Allora ricominciò a contarle per la terza volta e più in fretta per paura che l'alba gliele portasse via. Intanto che contava e perdeva la misura, il tempo passava ed il cavaliere non si accorgeva che così facendo svaniva la magia di ciò che vedeva. 
Apparve la luna e, lucida come un cristallo, spense le stelle più piccole e affievolì le più grandi. Il cavaliere, accecato, pensò che quella luce racchiudesse tutte quelle stelle che non vedeva più. 
Si innamorò della luna, perchè così poteva amare di più e in una volta sola. Ma la luna fece in fretta a passare attraverso il suo orizzonte e il cavaliere, con la testa inchiodata per terra, non riuscì a seguirla quando scomparve.  
In cielo adesso non c'era più alcuna stella che lo appassionasse come la luna e si sentì tanto solo. Era rimasta una grande scia colore del latte e il cavaliere pensò che la luna avesse lasciato un segno nel cielo perchè lui la seguisse. 
Ma i chiodi si arrugginirono e lui era ormai senza forze per poterla cercare. Allora chiuse gli occhi, pensò a ciò che aveva visto e si lasciò andare. 
All'alba, in quel posto c'era solo un sorriso.